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È firmata dalla celebre compositrice serba Aleksandra Vrebalov, vero riferimento della musica contemporanea internazionale, nota e apprezzata in tutto il mondo per la sua sensibile creatività, la nuova produzione del Conservatorio Tartini di Trieste, “Antennae/Liturgia”. al debutto in prima assoluta per il cartellone di Mittelfest 2024 nella serata di oggi, alle 19.30, nella Chiesa di San Francesco a Cividale, con replica domani a Trieste, alle 20.30 nella Cattedrale di San Giusto, come già riferito nel precedente articolo riguardante il programma odierno del Festival.

Aleksandra Vrebalov


La produzione, diretta in scena dal maestro Petar Matošević, trova la stretta sinergia delle principali istituzioni di formazione musicale serbe, ovvero la Facoltà di Musica della Università delle Arti di Belgrado e l’Accademia delle Arti di Novi Sad, quale evento di cooperazione culturale Italia-Serbia ai sensi della legge 212/2012. Hanno inoltre collaborato il Coro St. Jovan Damaskin di Novi Sad e il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, oltre al Coro della Chiesa Serbo-Ortodossa di San Spiridione a Trieste. Il coordinamento produttivo è a cura del docente e responsabile delle Produzioni internazionali del Conservatorio Tartini Andrea Amendola, d’intesa con il direttore del Conservatorio Sandro Torlontano. «Valorizzare il progetto pluriennale di collaborazione con le istituzioni musicali serbe nel segno di una autrice contemporanea di fama mondiale è motivo di orgoglio – spiegano – e siamo lieti di rinnovare nel 2024 l’appuntamento consolidato con un festival di riferimento per la scena musicale centro-europea, qual è Mittelfest, così come di fare tappa con il concerto, la sera dopo, in un luogo emblematico e identitario della storia multiculturale di Trieste, la Cattedrale di San Giusto Martire, simbolo e cuore della città. Ci è sembrato il modo migliore per onorare, insieme al talento della compositrice Aleksandra Vrebalov, l’opera oggi poco conosciuta di un importante “padre” della musica ottocentesca a Trieste, il compositore Francesco Sinico (1810 – 1865), fondatore nel 1837 del Coro della Chiesa di San Spiridione». Al concerto di Trieste è confermata la partecipazione del vescovo Enrico Trevisi e del Vescovo della città serba di Šabac, Jerotej Nikola Petrovic: un incontro che suggella l’impegno per il dialogo interconfessionale fra Chiesa cattolica e Chiesa serbo-ortodossa.
Antennae, che sarà dunque proposto in prima esecuzione italiana, è un concerto mistico per coro misto, quattro trombe, due organi, campane, quartetto d’archi e cantori bizantini, ispirato all’icona della Vergine Eleusa del XV secolo, attribuita al pittore Angelos Akotantos. Le tradizioni musicali e confessionali, che hanno attraversato e segnato il divergente mosaico della cristianità balcanica risuonano nella partitura di Aleksandra Vrebalov, come una nuova armonia, «un diapason umano – spiega l’autrice – attraverso il quale ci allineiamo e per un momento sosteniamo una frequenza comune. Il suono diventa un filo conduttore, un flusso ronzante di respiro e frequenza, indipendentemente dalla decisione di unirsi o restare a guardare». Un’immersione musicale plurisecolare che avrà il suo incipit con il Coro della Cappella della Chiesa Serbo-Ortodossa di San Spiridione di Trieste impegnata nell’esecuzione di Liturgia, brano del compositore triestino Francesco Sinico che nel 1837 fondava il Coro. Il concerto Antennae sarà eseguito per la prima volta in Italia, alla presenza della sua autrice, che a Mittelfest introdurrà il debutto sempre oggi con l’incontro in programma, alle 16, nel Curtîl di Firmine, in dialogo con la pianista e compositrice Daniela Terranova, dell’organico didattico del Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste. In scena il pubblico troverà dunque il St. Jovan Damaskin Choir diretto da Vladimir Antić, insieme ai 34 cantanti del Coro Antennae preparati dai docenti: Dragana Jovanović – della Facolta di Musica Università delle Arti di Belgrado, Božidar Crnjanski – Accademia delle Arti di Novi Sad . Direttore d’orchestra il maestro Petar Matošević,
«È il sogno di ogni compositore creare un’opera senza limiti di strumentazione, durata o argomento – spiega la compositrice serba Aleksandra Vrebalov, che ha firmato partiture per le più note istituzioni musicali del mondo, dalla Carnegie Hall al Kronos Quartet, all’Orchestra della Città Proibita di Pechino, dall’English National Ballet al Teatro Nazionale Serbo –. Nel Cleveland Museum of Art che ha commissionato la partitura Antennae mi sentivo come se mi fosse stato dato il permesso di immergermi in un gigantesco scrigno del tesoro e potessi cercare il suono degli oggetti più belli dell’immaginazione e dell’intelletto nella storia dell’umanità. Nella galleria bizantina del Museo, intimamente illuminata, ho sentito una connessione immediata: eccola li, la Vergine Eleousa, la tonalita dorata, l’iconografia di un abbraccio con le guance che si toccano. Era familiare e mi ricordava casa. Sono cresciuta nella ex Jugoslavia durante il regime socialista. La religione non faceva parte dell’educazione della mia generazione, ma quasi ogni casa aveva un’icona. Nella cultura radicata nell’Ortodossia orientale che fiori durante l’epoca bizantina, le icone non erano viste come oggetti. Erano portali, potenti facilitatori di miracoli e guarigioni. La controparte sonora di un’icona è un canto; queste due forme millenarie, nella tradizione bizantina, sono considerate portali verso un altro regno. I canti sono codici sonori trasmessi dal choros, un coro formato da tutti i presenti, musicisti e non. Antennae è una partitura sonora malleabile e organica, piuttosto che un brano musicale fisso».

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